Ecco il salottino «Per sentirsi come a casa»
Gandino: nuovo spazio accoglienza alla casa di riposo: c’è anche una macchina fotografica istantanea
Un nuovo spazio all’insegna della familiarità e dell’accoglienza è stato inaugurato nei giorni scorsi alla casa di riposo «Cecilia Caccia in Del Negro» di Gandino.
Una parte della grande area refettorio, al secondo piano della casa di riposo, è stata infatti trasformata in un accogliente salottino con divano, pareti tinteggiate anche con un rilassante color lavanda, tavoli con sedie, tv e quadri, ma anche una macchina fotografica per scattare foto istantanee e un album dei ricordi.
Anche i degenti del reparto sono stati parte attiva di questo progetto, occupandosidella decorazione, dell’abbellimento dello spazio e della realizzazione di complementi d’arredo.
Il tutto è stato reso possibile da una donazione fatta dall’associazione «L’Arca di Leonardo» di Bergamo
composta da un gruppo di amici particolarmente sensibili nei confronti dei bambini e degli anziani. Così si è dato vita al progetto.
L’idea, promossa in primis dall’équipe di animazione della struttura, è nata con l’obiettivo di creare ambienti che facciano sentire il degente a proprio agio, dove accogliere amici e parenti come si fosse a casa propria, e rendere gli spazi della casa di riposo meno ospedalieri, ma il più familiari possibile.
Un punto di partenza
«Ci piacerebbe che questo fosse solo un punto di partenza – commenta Pino Servalli, uno degli animatori della casa di riposo “Cecilia Caccia in Del Negro”.
Qualcosa di simile era già stato fatto al primo piano, e ora vorremmo estendere l’iniziativa anche agli altri due reparti.
L’obiettivo è quello di creare ambienti che facciano sentire il degente a casa, in famiglia».
Una struttura ampia e dai numeri elevati, quella della casa di riposo «Cecilia Caccia in Del Negro», che fu fondata come ospedale civile nel lontano 1640 (fu dichiarata ente morale nel 1873 e cambiò più volte funzione nel corso della sua storia) grazie al lascito della signora Cecilia Caccia al quale è intitolata.
Nella struttura sono ospitati circa 150 degenti, provenienti dalla Val Gandino e non solo, e la casa di riposo dà lavoro a circa un centinaio di persone.