Vorrei tornare bambino

La pizza con i ragazzi delle Comunità di Castel Cerreto e Brignano

Sabato sera

Castel Cerreto si veste di quell’atmosfera che solo certe sere d’estate sanno regalare.

L’Arca di Leonardo è di nuovo in viaggio, direzione Comunità di Castel Cerreto (all’appello anche i bimbi della comunità di Brignano), per una serata che – lo sapevamo già – ci avrebbe lasciato il cuore pieno.

Ore 18:30

Missione numero uno: recuperare i panetti.
Non uno, non dieci … trentasei!

Mohamed, della pizzeria La Reale, ci accoglie col sorriso sincero di chi sa quanto valgano certi gesti. Ci fa anche un piccolo sconto.
Non è la cifra che conta, ma quello che c’è dietro: il rispetto, la condivisione, la voglia di esserci.

si parte, si scarica, si organizza

E quando diciamo “organizza” intendiamo proprio Fabio ed Elena, due che alla parola “fare” non hanno mai risposto “ci penso domani”.

Mozzarella a fiumi, affettati, patatine… tutto pronto, tutto perfetto.

E poi lui, proprio lui! (alla Sandro Piccinini) Marco, “il pizzaiolo di Arca”.
Lo aspettavamo al varco da un po’, dopo un periodo di inattività.
Ma la ruggine? È durata giusto il tempo di scaldare i forni.

Al suo fianco Elena e Fabio che preparavano gli ingredienti, Simona alla farcitura e al forno … una vera squadra di professionisti del cuore.

i forni?

Be’, quelli ci hanno regalato qualche brivido! (sempre alla Piccinini).
Due fornetti monopizza, due frigor, forno acceso … e la corrente che ogni tanto decideva di prendersi una pausa.

Ma alla fine… trentasei pizze sfornate! Un record ‘cezzionale!.
E una dozzina pure avanzate, così i ragazzi avranno un pezzetto di questa serata anche nei prossimi giorni.

ma non è stato solo cibo, anzi

Il vero spettacolo è stato altro.

Pallone, pallavolo, schiaccia sette, 1 2 3 stella, gare di velocità … un vortice di risate, urla, corse, cadute, abbracci, sorrisi larghi, occhi che brillano.

Ed è lì che ti fermi.
Guardi quei ragazzi e capisci che, nonostante tutto, nonostante le loro storie, hanno dentro una forza che commuove.

e tu?

Tu, che magari sei partito pensando di “dare una mano”, ti ritrovi a ricevere.
Ricevere energia, amore, vita.

Alla fine, quando ci salutano, quegli occhi pieni di gioia – e sì, anche un po’ di tristezza – ti si stampano addosso.

E dentro ti si accende quella voce che sussurra:
“Vorrei tornare bambino”

Per vivere così.
Per stupirmi di una corsa nel prato, di una pizza condivisa, di un sorriso regalato senza motivo.
Per ricordarmi che la felicità è tutta lì: in un campo, sotto un cielo d’estate, con le mani sporche di farina e il cuore che scoppia di gioia.

Siamo tornati a casa stanchi morti.
Ma carichi di quella felicità che non si compra e non si vende.
Si vive. E basta.

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